Attilio Borzi - giacomo lisia

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Attilio Borzi

 
 

Attilio Borzi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Da "Cimento", Periodico Centro Letterario del Lazio, Anno XV n° 109  30 Giugno 1978
di Attilio Borzi

MOSTRA DI PITTURA AL CIRCOLO DEGLI AMICI DI PALESTRINA


Il prof. Giacomo Lisia ha offerto un esauriente saggio di arte autentica ed esistenziale, con caratterizzazioni di notevole valore, nella personale tenuta al Circolo degli Amici, in Palestrina.

I temi, da lui svolti in questa esposizione, presentano paesaggi, marine, nature morte e quattro figure sacre, di cui due rappresentano il Cristo, due la Madonna.
Nei paesaggi si coglie l' ansia dell' artista, il quale vuole esaltare la natura, per proclamare un messaggio, diretto a salvaguardare questa meravigliosa creatura di Dio.
Nelle marine il pittore ci fa gustare la bellezza del mare, reso più attraente dagli elementi, che gli sono accanto, posti in felice collocazione.
Nelle nature morte si rileva la freschezza delle cose ritratte: fiori, frutti,che il più delle volte sono ripresi nel loro ambiente naturale, visti, quindi, da un' angolazione esistenziale, che imprime negli elaborati maggior vivezza e realtà.

In tutti questi lavori si nota una cromatizzazione pastosa, morbida, a volte vivace, ma sempre ordinata, armonica, senza esuberanze. Si direbbe che disegno e croma fossero uniti in egregio connubio, che infonde in ogni tela quell' interna energia, idonea e capace di trasmettere all' occhio e all' anima dell' osservatore sentimenti di serenità, di pace, oggi più che mai necessari, per attutire l' angoscioso disagio, procurato dalle brutture e dalla violenza, che hanno deturpato l' intero tessuto della nostra società.

Di particolare rilievo gli esemplari di arte sacra: per lo studio anatomico delle figure; gli atteggiamenti delicati e veri dei personaggi; l' eleganza cromatica, che veste le figure di bellezza e di suggestiva attrazione; per il messaggio che l' autore intende dare con i suoi, che chiameremmo, apparenti affreschi, i quali, da un lato denunciano lo stato di abbandono di tante opere d' arte e dall' altro ripropongono la salvezza di queste composizioni figurative, che costituiscono una delle nostre principali ricchezze.

In sintesi la visita a questa mostra ci sembra quasi l' ingresso a un dovizioso parco di colori, ove le tele, come le aiuole del giardino, offrono prima all' attenzione della pupilla, poi alla riflessione dello spirito, una sequenza di opere, condotte con perizia di disegno, orchestrate con eccellenti tonalità cromatiche, in alternanze delicate e forti, contraddistinte da pronti risalti luminosi, segnate da messaggi attuali e concreti: il tutto carico di un dinamismo, che ammalia e affascina.


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