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Italo Marucci
Da
"La Ciociaria di Lisia" 2003
Di Italo Marucci
GIACOMO LISIA: POETA INNAMORATO DELLA CIOCIARIA
Fu una grande idea quella di Giacomo Lisia, di raccogliere in una mostra
nell' agosto del 1985 i dipinti di tutti i paesi della Ciociaria: tutte queste opere concorrono insieme a rendere il fascino di una terra, di un comprensorio, con i luoghi, con le ragioni che a Lisia sembravano più opportune e con le evidenziazioni a lui suggerite da particolari sensazioni personali, ricordi emotivi: cioè con quel misterioso complesso di elementi che valgono a giustificare la scelta di alcune vedute e di alcuni scorci tra decine di altri.
Finalmente questa mostra arriva a Frosinone dopo 17 anni, e rivedere a distanza di tempo certe particolari colline, come sospese nel silenzio di atmosfere rarefatte, ci narra di una Ciociaria sottratta agli archetipi standardizzati e riproposta nel flusso di rinnovate emozioni. In alcune opere ci appaiono semplici ulivi, spogliati di ogni solennità illusoria; e poi margherite, ginestre e cardi che un soffio di poesia riconduce agli approdi di una giovinezza incontaminata. Lisia non percorre gli itinerari del calcolo, ma procede senza contraddizioni su un binario di saggezza e maestria, identificando via via lo stimolo creativo con una appassionata volontà di conoscenza.
Alcuni paesaggi ciociari, interessano in maniera particolare per quel tratto inconfondibile, per la pennellata nervosa, per quei colori luminosi, trasparenti, trasfigurati con molta sensibilità cromatica. Lisia non fu soltanto un innamorato della natura, ma ne fu l' amante dispotico, riamato; non fu un oggettivizzatore delle immagini, per quanto fondasse l' arte proprio sul vero, ma ne fu un trasfiguratore: nello specchio della natura si ritrovò e si riconobbe. Egli amava ripetere (nelle nostre lunghe passeggiate al Orgosolo), con orgogliosa modestia di sapersi privo di immaginativa e di non tracciare mai un segno che non gli fosse dettato dalla natura!
Nonostante dicesse questo era però dotato di fantasia, potente: un pittore secondo Lisia
"non è, e non deve essere solo un esteta; ma deve imparare bene il mestiere", mi diceva Lisia di credere al mistero dell' arte ed alla feconda virtù dell' incoscienza, che d' un tratto, nel fervore della creazione, si muta in coscienza espressiva, e non sai come e perchè. Iniziare un quadro fu per lui sempre un' esperienza nuova, un' impresa ignota, un' avventura pericolosa nella quale si gettava quasi con timore, ma nello stesso tempo con animosità e gioia.
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