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Nello Biondi
Da
"Artisti contemporanei -
Di Nello Biondi
GIACOMO LISIA
Conosciamo il pittore Giacomo Lisia di Paliano da mezza dozzina d' anni.
Oggi fa parte degli artisti... figurativi, tra i più qualificati, non soltanto italiani. I successi recenti in Francia, Belgio, Inghilterra lo confermano.
La vita di questo pittore è stata fin qui interessante. Dopo un inizio ricco di sacrifici, prima come autodidatta... lavorando, studiando e pitturando, ha conseguito encomiabilmente il diploma all' Istituto Statale d' Arte di Frosinone. Successivamente si è diplomato all' Accademia di Belle Arti nella stessa città, dopo aver studiato a fondo la pittura dei fratelli Jacopo e Lorenzo Salimbeni di S. Severino Marche. Con il massimo dei voti ha quindi conseguito l' abilitazione all' insegnamento.
Possiamo sinceramente affermare che Giacomo Lisia è pittore per vocazione e professione.
Il primo incontro con il pubblico e con la critica l' ha avuto nel 1966 a Colleferro (Roma). Era timoroso. Non sperava nel successo che ebbe tanto lusinghiero.
La fantastica evoluzione nel campo pittorico-
L' intensa fase operativa nel campo delle ricerche è servita a far risaltare nuove tonalità cromatiche, a variare le diverse tematiche, a far valere lo stile di un artista in continua ascesa.
Il pittore Giacomo Lisia ci ricorda Paul Gauguin con il suo famoso:
"Da dove veniamo? Chi siamo?Dove andiamo?"
Questi interrogativi agli inizi della sua carriera se li aveva già posti, non per mettersi contro la
"Società" ma per cambiare il suo stato sociale. E c' è riuscito mettendo subito in luce il suo capitale a disposizione: la volontà per fare e riuscire. E questo
"trittico" di interrogativi lo ha già posto con le dovute risposte nella sua breve biografia.
Tele e colori! Appello al modello, per la riproduzione, con il libro aperto, per leggere attentamente le pagine più belle e più suggestive offerte da nostra
"madre natura".
Sono venuti così alla "luce" i primi lavori: le
"nature morte", i "fiori" compresi i caratteristici
"cardi", i "paesaggi ciociari". Quest' ultimi cominciarono subito a richiamare l' attenzione dei critici. Prima quelli operanti nella zona, poi pian piano gli altri.
Lisia andava alla ricerca del paesaggio caratteristico, capace di suscitare nel suo animo i più entusiasmanti sentimenti, partecipando a tutte le extempore raggiungibili, collezionando ovunque premi e riconoscimenti.
Nel secondo incontro scrivemmo tra l' altro:
"La tematica è vasta e tutta ben risolta. Dagli olivi agli scogli, dai prati in fiore alle nature morte, dalle marine alle colline toscane e marchigiane, dai superbi monti ai piccoli o grandi paesaggi".
L' ultimo incontro è avvenuto nel suo studio di Via della Cona 19/a di Paliano, in provincia di Frosinone.
Una mostra completa del
"paesaggio", le cose migliori di questo artista, che in un lasso di tempo, lavorando, sacrificando quasi diciotto ore al giorno, ha prima conseguito il titolo di studio all' Istituto d' Arte, dopo il diploma all' accademia di Belle Arti e quindi con il massimo dei voti, ha preso l' abilitazione all' insegnamento.
"I paesaggi" che abbiamo attentamente osservato, uno ad uno, lo hanno qualificato
"Artista" con l' "A" maiuscola.
Abbiamo subito apprezzato le giuste ed equilibrate parole scritte da critici seri e ... costruttivi.
Mario Barberis ha tra l' altro scritto:
"... nella pittura di Giacomo Lisia si scopre una semplicità, una luminosità, una vastità di campo che lasciano perplessi e stupiti per quel senso meditativo che riescono ad infondere"
... Mentre Tommaso D' Antò riconosce che ... "Le pennellatre sicure, l' ariosità, la incisività, la scelta di tempo e di soggetto hanno imposto con prepotenza il nostro Lisia nel mondo dell' Arte Contemporanea".
I
"paesaggi" variano da località a località, sia per la luce imposta, sia per la diversità figurativa; ne consegue la visione più interessante che richiama l' attenta osservazione e del fruitore e del curioso o patito d' arte.
Pensiamo a quei
"supermagnificati" da certe critiche correnti e ricorrenti che non convincono più nemmeno i
"profani".
Oggi gli occhi sono bene aperti. Sanno tutti o almeno i più, che l' arte non ammette nel suo
"ducato" né ingenui né i furbi. Questi sanno bene che la loro zona è quella di mercato.
Giacomo Lisia si puς ben dire che ha una ricca e completa
"tavolozza". Ma che vale questa senza il valore e l' occhio dell' artista? Anche Renoir dice:
"La tavolozza di un pittore non significa nulla. È il suo occhio che fa tutto".
Gli scorci panoramici di Sarnano hanno avuto in Lisia il giusto punto cromatico e quindi l' apporto di una fedele interpretazione tanto da essere richiesti prima della
"mostra". Sul posto lo hanno subito chiamato: "il cacciatore di paesaggi".
Lo abbiamo notato anche noi, curiosando, in aperta campagna, nei pressi di una piccola casetta. Lisia sembrava un ufficiale in avanscoperta in cerca di un sicuro avamposto. Lì piazzava il cavalletto, sistemava i colori sulla tavolozza, mentre la vecchietta, seduta avanti il piccolo uscio della sua squallida casetta, faceva scorrere, tra le scarne mani, un lungo rosario. Sembrava incatenata da tante alghe azzurre...
Il suo sguardo era fisso verso il tramonto. Cercava ancora un po' di speranza... per pregare ancora l' indomani. Lisia stava captando i raggi solari, gli ultimi, dorati, rossastri, illuminanti una scenetta incantevole, indimenticabile, raffigurante l' aspetto pacifico della zona, e quello paesaggistico incontaminato.
Ma il nostro sguardo è ora su di un quadro diverso dagli altri per la superba luminosità e il vero aspetto paesaggistico. È una
"fattoria toscana". Un lungo fabbricato costruito con la
"maniera pittorica" voluta dall' artista di Paliano, ricevente una luce riflessa (non chiusa dalla moda odierna con quattro segni atti a richiamare l' ingenuo), attraverso un cielo semicoperto da nubi eseguite con rara maestrìa; in lontananza monti, più vicino una collina ricca di qualche pianta verde.
Un pagliaio, che ha già avuto dei tagli per il bestiame, con in cima allo stollo il rituale... barattolo vecchio o pentolino, eseguito con tonalità cromatiche sorprendenti ed equilibrate; un carro un po' malandato, grigio scuro; un pozzo, uno stollo disadorno. Un quadro che costituisce una vera opera d' arte. Ma di questa ricchezza di particolari, sono anche gli altri. La scelta è difficile. Sono tutti consigliati e consigliabili non soltanto per arredare, ma per arricchire l' abitazione di una opera che non stancherà mai.
Giacomo Lisia a nostro giudizio si è autorevolmente posto tra i
"veristi" e gli "impressionisti". La sua personalità gli ha fatto raggiungere uno stile, tutto suo, che già viene definito:
"Lisiano". Osservate tutte le sue recenti opere, ma soprattutto i paesaggi che lo hanno inserito tra i grandi
"paesisti" europei.
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